Il passaggio dall’età infantile a quello adolescenziale è una tappa fondamentale sia per i ragazzi che per i genitori. I ragazzi devono acquisire nuovi modelli psicologici e sociali di comportamento attraverso l’interazione con il gruppo dei loro pari e avendo come riferimento i modelli genitoriali già acquisiti; anche i genitori da parte loro devono acquisire nuovi modelli educativi e contemporaneamente familiarizzare con i nuovi modelli dei ragazzi per integrarli nel modello familiare nel rispetto della nascente identità del ragazzo. È un percorso non facile costellato da alti e bassi, da momenti di crisi e di soluzione sia per le famiglie che per i ragazzi. Il questa fase le regole educative e sociali acquisite nell’infanzia dai genitori e dagli educatori vengono facilmente ridiscusse e non è facile capire il ruolo svolto dalla trasgressività dei ragazzi.

Trasgressione o desiderio di sperimentare da soli il nuovo?
Infatti se da una parte i comportamenti a rischio assumono un’enorme importanza perché possono soddisfare alcuni bisogni vitali dell’adolescente dall’altro è innegabile la possibilità che questi comportamenti trasgressivi diventino vere e proprie patologie.
L’abuso di sostanze, la dipendenza da internet o da smartphone, la promiscuità sessuale possono rispondere al bisogno di affermazione e sperimentazione di sé; i comportamenti socialmente devianti, come il vandalismo e le condotte delinquenziali o la guida pericolosa da una parte o l’estrema chiusura in sé stessi fino al totale isolamento nella propria stanza dall’altra possono essere stimoli per mettersi alla prova, senza tener conto dei rischi dovuti all’eccesso di questo mettersi alla prova.
La ricerca di sensazioni forti all’interno del gruppo
La sperimentazione di questi comportamenti avviene dentro il gruppo dei pari a testimoniare l’esigenza del ragazzo di accrescere il riconoscimento di sé, la reputazione e la popolarità. Fa parte di questa sperimentazione la ricerca di sensazioni forti, e cioè la ricerca attiva di novità e di intensità nelle esperienze.
In questa direzione possono essere utili percorsi guidati da specialisti, come per esempio il training autogeno o simili, dove il ragazzo può sperimentare percezioni sensoriali intense che lo aiutino a individuare la propria identità e a riconoscere se stesso in mezzo agli altri.
Staff Consultorio Infanzia e adolescenza – Cagliari
Dott.ssa Raffaella Congiu – Neuropsichiatra infantile
Dott.ssa Donatella Ferrai – Psicologa psicoterapeuta
Dott.ssa Erika Portoghese – Psicologa psicoterapeuta
Dott.ssa Veronica Cocco – Psicologa psicoterapeuta
Dott.ssa Claudia Zandara – Psicologa psicoterapeuta
Staff Consultorio Infanzia e adolescenza – Oristano
Dott. Maria Cardani – Neuropsichiatra infantile
Dott. Matteo Gallus – Psicologo psicoterapeuta
Dott.ssa Chiara Campus – Psicologa psicoterapeuta
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